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Giornale stampato

Home working, smart working e lavoro da remoto

  • Immagine del redattore: Alberto Lepschy
    Alberto Lepschy
  • 6 apr
  • Tempo di lettura: 2 min

L’emergenza sanitaria ha cambiato radicalmente il modo di lavorare per molti professionisti. Abbiamo scoperto che è possibile svolgere la propria attività anche fuori dallo studio, a patto di avere un computer adatto, una buona connessione Internet e l’accesso ai dati tramite il cloud.

Questa esperienza forzata ha spinto molti studi professionali a riorganizzarsi, coinvolgendo non solo i titolari, ma anche collaboratori e clienti.


Tre modi diversi di lavorare

Oggi si parla spesso di:

  • Home working: quando il professionista lavora da casa, spesso nella stessa stanza dove riceve i clienti;

  • Smart working: una forma flessibile di lavoro regolata dalla legge, che permette di alternare lavoro in sede e da remoto, senza orari rigidi;

  • Lavoro da remoto: simile allo smart working, ma non sempre regolato da norme precise.

Queste modalità hanno esigenze diverse. Il professionista che lavora da solo in casa, per esempio, ha pochi vincoli organizzativi. Diverso è il caso degli studi con più persone: qui è importante avere regole chiare, strumenti adeguati e una buona comunicazione interna.


Cosa dice la legge sullo smart working

Lo smart working è previsto dalla legge n. 81 del 2017. Serve a:

  • rendere più competitiva l’organizzazione del lavoro;

  • aiutare a conciliare vita privata e impegni professionali;

  • permettere di lavorare senza una postazione fissa, usando strumenti digitali.

Il datore di lavoro, in questo caso, è responsabile della sicurezza e del corretto funzionamento degli strumenti usati dal collaboratore.


Vantaggi e criticità del lavoro a distanza

Lavorare da remoto può sembrare comodo: si può lavorare da casa, in vacanza, in un bar o in uno spazio di co-working. Tuttavia, emergono anche alcuni problemi:

  • Troppa flessibilità può creare confusione su orari e ritmi di lavoro.

  • Spazi non adeguati o strumenti poco sicuri possono compromettere la qualità del lavoro.

  • Manca il contatto diretto tra colleghi, e questo può indebolire il senso di squadra.

  • A volte è difficile accedere ai documenti, soprattutto se non sono archiviati online.

  • Si rischia di lavorare troppo o di perdere tempo prezioso per coordinarsi da remoto.

Questi problemi sono meno evidenti per chi lavora da solo, nella propria casa-studio, ma in quel caso si rischia di lavorare senza orari e senza pause.


Come migliorare la gestione del lavoro a distanza

Una soluzione utile è tenere traccia delle attività svolte attraverso timesheet, ovvero tabelle in cui si registrano i compiti svolti e il tempo impiegato. Servono sia per controllare la produttività che per una corretta fatturazione ai clienti.


Conclusione

Il lavoro in presenza ha certamente dei vantaggi in termini di organizzazione e relazioni personali. Tuttavia, oggi gli strumenti digitali permettono una maggiore flessibilità, che può essere molto utile se gestita con attenzione.

L’importante è valutare ogni situazione caso per caso e monitorare continuamente il modo in cui si lavora, per mantenere alta la qualità delle prestazioni, l’efficienza dello studio e la fiducia dei clienti. In fondo, la reputazione e la credibilità sono i beni più preziosi per ogni professionista.



 
 
 

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